Cuori alla ricerca di Penny (La bussola dell'amore perduto Libro 1) - Eve Gaal
Traduzione di Loris Palmitesta
Cuori alla ricerca di Penny (La bussola dell'amore perduto Libro 1) - Eve Gaal
Estratto del libro
Penny Himmel irradiava fiducia, mentre salpava attraverso l'ingresso principale, mentre portava due sandwich Subway, due bibite gassate e patatine in una mano e nell'altra un biglietto d'aereo e la borsetta. Un'occhiata veloce al suo orologio di Trilli la fece accelerare il passo verso il suo ufficio al Daily Globe. Dopo aver ripreso il respiro, notò che era relativamente quieto quando lei era entrata nell'area cubicolare dove i dipartimenti delle vendite e della grafica si univano. I venditori erano fuori a fare le loro chiamate, ma la maggior venditrice, Tina, aveva delle faccende in sospeso da risolvere prima di potersi mettere sulla strada per visitare i suoi clienti. Pochi secondi dopo aver sistemato il pranzo di Tina, sentì la sua voce fragorosa irrompere attraverso la stanza, come un F-16 che rompe la barriera del suono.
"perché ci hai messo così tanto?" le gridò, ma Penny non fece una smorfia. Tina fece due lunge, eleganti falcate con le sue torreggianti,magre gambe all'interno dello spazio personale di Penny. Scartò la cannuccia dal suo imballo, le inserì velocemente attraverso il coperchio di plastica per succhiare la sua dose giornaliera obbligatoria di caffeina. La maggior parte delle volte, Penny lo ignorava, sviluppando una crescente immunità agli scoppi demoralizzanti di Tina. Oltre alle urla ad alto volume, v'era un altro modo con cui l'amazzone sbeffeggiava il suo duro lavoro e le diceva di rifare tutto da capo. La caffeina e lo zucchero non facevano altro che amplificare le critiche ciniche di Tina ma Penny aveva un talento supremo nello svuotare preventivamente la sua vanità dai tratti felini, un'abilità che l'aiutò a sopravvivere come grafica personale di Tina e assistente oberata.
"Oh Dio, ne avevo bisogno" Tina espirò, dopo aver bevuto quasi la metà del drink ed aver tirato via la cannuccia macchiata di rossetto dalla sua bocca. "La prossima volta, prendi il drink extra-large," ansimò.
Pazienza. Nulla di quello che Tina poteva dire o fare le avrebbe tolto la sua eccitazione. Domani lei sarebbe andata in vacanza e Tina avrebbe dovuto imparare a lavorare con un altro schiavo per un pò. Ovviamente, tutto dipendeva dalle stelle.
Le emozioni di Tina oscillavano con l'oroscopo del giorno. Ogni mattina Tina era solita prendere il Times, l'Herald ed il Globe e dopo un attento scrutinio, sceglieva l'oroscopo più positivo e felice come guida per la giornata. Se tutti e tre erano particolarmente sfavorevoli, era solita buttare i giornali sul pavimento oppure si metteva a brontolare riguardo le violente macchie solari che avevano svegliato la dea romana della luna, Luna. Durante queste manifestazioni plateali, Penny si sentiva come una tartaruga che ritira la testa dentro il suo guscio, lasciando i ridicoli comportamenti di Tina scorrere sulla sua schiena come se fossero acqua di mare.
Adesso, avevano delle scadenze da rispettare, e a Penny non piaceva lo sguardo sparuto sul volto normalmente posato di Tina. Posato come se fosse congelato e superiore, simile ad uno strano monarca che controlla il suo miserabile universo. Per lo meno Marie Antoniette aveva consigliato delle brioche, ma conoscendo Tina, Penny immaginava che questa avrebbe offerto alle masse dei poveri pane secco, finché non gli avesse tagliato le loro teste, addebitando agli spettatori l'ingresso. Era esausta.
Mentre si toglieva le scarpe, Tina raggomitolò la sua lunga gamba sotto il suo corpo all'interno della sua sedia ergonomica ordinata appositamente. Come solito tesa essendo vicina alla scadenza, disse :"Dobbiamo iniziare a costruire quello spot della Ford per questo weekend per la sezione Lifestyle." Per qualcuno che si atteggiava in maniera così superiore, sicuramente lei recitava le solite prevedibili frasi e certamente sembrava perseguitata da quell'enorme orologio sul muro che la faceva spesso corrucciare. Il tempo, pensò Penny, deve essere il peggior nemico di Tina. Il nemico folle ed irreale che nemmeno Tina sapeva come manipolare.
"Lo so", disse Penny allegramente, accendendo il suo Mac ed appoggiando il suo sandwich. "Guarda, ho già iniziato a lavorarci. Che ne pensi? " Penny fissò lo schermo, spaventata di girarsi verso Tina mentre la sua creazione lentamente appariva sullo schermo. La reclame ritraeva un gigantesco logo Ford nella parte superiore con una bella carrellata dei modelli più recenti al mezzo. L'altro unico posto che Penny poteva fissare era il muro con l'orologio, ma al posto di questo, Penny vedeva una bomba ad orologeria con attaccata della dinamite rossa.
Togliendosi la cannuccia dalla bocca, Tina esclamò ad alta voce: "No, Penny, questo è così no-ioso. " Sorridendo internamente, Penny pensò alla sua vita e a come Tina sarebbe morta se avesse saputo la monotonia e la responsabilità nella routine, nella sua vita. "Lo sai che voleva qualcosa di eccitante che sarebbe dovuto saltare fuori dalla pagina-- e perché hai usato quel carattere piccolo? "
Guardandosi intorno, Penny si sentì in imbarazzo per la chiassosa stime di Tina della pubblicità. L'odore di tonno riempiva il cubicolo ed assaliva il suo naso. Prima era divertente, pensò Penny, guardare il dramma dispiegarsi sul volto scolpito, simile al marmo, di Tina. Le sue espressioni animate ricordavano Penny di una pessima scena in una mal recitata soap opera straniera. La descrizione della sua giornata appena arrivata a casa solitamente faceva scoppiare il suo papà in spasmi di risa incontrollabili. Più tardi comunque, Penny si trovò sempre più irritabile. Inoltre, ogni singola pubblicità che lei progettava sarebbe dovuta 'saltar fuori dalla pagina'.
"Cosa sta succedendo?" Domandò Tina, togliendo una fetta di cetriolo dal suo sandwich e gettandola nella spazzatura. "Lo sai che a me piacciono i sottaceti nel mio sandwich al tonno"
"Erano finiti. Scusa. Comunque, i sottaceti sono cetrioli e ti fanno bene- c'è meno sodio", replicò Penny, avvertendo i muscoli delle sue spalle tendersi, preparandosi alla reazione di Tina alla sua constatazione audace.
"Volgare", sospirò Tina, gettando un altro pezzo di cetriolo nel cestino della spazzatura e tornando a fissare il monitor. "Quel carattere a dieci lo rende difficile da leggere", blaterò Tina. "Cancellalo. Cambia il font o qualcosa del genere."
Merda, non sarebbe mai uscita da lì. " Non ti piace il carattere drop shadow? " Chiese Penny, prendendo la sua bevanda. Scadenza o non scadenza, prese un sorso veloce.
"No, non mi piace, né penso che piacerà all'acquirente. Cavolo, Penny, i consumatori devono poter leggere chiaramente i prezzi o non andranno mai a comprare una macchina. " Proclamò Tina, nella sua particolare voce condiscendente, facendo sentire Penny una bambina.
"Okay, Okay, va bene", disse Penny, premendo un paio di tasti sul suo computer, cambiando facilmente il carattere. "Meglio così?" Chiese, trattenendo il fiato e guardando verso quello stupido orologio che sembrava ancora una bomba. Fermarsi presso un'agenzia di viaggi sembrava all'epoca una buona idea, ma adesso il rimorso la illuminava come quelle luci che puntano sulle facce dei condannati. Espirando, mosse le sue dita tremolanti sulla testiera, subito migliorando la spaziatura.Un altro paio d'ore ed avrò finito, pensò, ed ora che aveva preso il biglietto vero e proprio, non poteva mollare.
Il telefono sulla scrivania di Tina iniziò a squillare. "Tina", disse Penny, "penso sia la tua linea."
"Grazie cara" rispose Tina. Si alzò ed allungò un braccio disteso verso il cubicolo adiacente. Prese il telefono ed avvolse il dito indice in spirali intorno agli spessi, sporchi ricci con l'altra mano. "Pubblicità," cantò con la più dolce tra le voci cantilenanti. "Tina Blake, come posso aiutarla?" Ron Parrish, il manager di dipartimento, probabilmente voleva tutti insieme per un incontro di squadra alle quattro. Tina sospirò, "Ron, ti piace vedermi sudare eh?" I suoi capelli illuminati continuava ad attorcigliarsi attorno al suo dito, riflettendo come oro sotto delle luci fluorescenti. Penny sapeva il commento di Tina in riferimento alla richiesta del manager portarla fuori dal suo territorio e dentro al traffico pomeridiano. Cosa che Tina aveva sempre pensato essere irragionevole. Nel frattempo, Penny picchiettava sulla sua tastiera correggendo le illustrazione e scalando le lettere. Sapeva che le sue possibilità di sgattaiolare via presto si stavano vaporizzando di più ad ogni tic dell'orologio. "Certamente, rimarrò qui", rispose Tina, prima di riattaccare e tornare al suo lavoro a tempo pieno, ovvero terrorizzare Penny.
Uno spot televisivo faceva strombazzare della musica nel quieto, spento soggiorno, nel quale il nuovo medicinale che stavano sponsorizzando faceva apparentemente danzare una schermata di sessantenni sorridenti come mai avevano fatto prima. Carl Himmel sedeva solo con gli occhiali da sole addosso. Si domandava se quelle pillole l'avrebbero aiutato a fare gol, con una 'figa' conservata bene. Il ballo era stato una delle sue cose preferite nei vecchi giorni in cui i suoi genitori insistevano che avrebbe aiutato a conoscere membri dell'altro sesso. Cosa che ovviamente fece. Lo avevano mandato ad una scola di ballo affinchè imparasse il valtzer, la rumba o il fox trot in periodo in cui il twist, il mashed potato e lo swim erano al minimo della popolarità. Le sue gambe sicuramente sapevano come muoversi ai tempi.Tutta quella competenza nella danza sprecata, pensò, quando il telefono squillò. Strattonato via dai suoi sogni, mutò la televisione e lentamente s'incamminò verso la cucina per rispondere al telefono. Le sue ginocchia scricchiolavano, la sua schiena gli doleva ma tutto sommato si sentiva bene per la sua età. Azionando la luce, prese il ricevitore e disse :"Pronto? "
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