Alice A. Bailey - Vita & Eredità - Isobel Blackthorn
Traduzione di Stefania Parente
Alice A. Bailey - Vita & Eredità - Isobel Blackthorn
Estratto del libro
La prima cosa che mi colpì quando mi imbattei negli scritti di Alice Bailey fu l’aspetto austero e formale dei libri stessi, con la mancanza del nome dell’autrice sulla copertina. Invece, tutte le copertine presentavano un curioso simbolo triangolare contenente una serie di linee che più tardi avrei saputo essere le iniziali LUX: latino per luce. Poi c’era il tono edoardiano degli insegnamenti e, naturalmente, la donna stessa, presentata nelle poche fotografie che esistono di lei di dominio pubblico come modesta, benevola e gentile. Mi ispirò una fiducia immediata.
Ma come potevo fidarmi così totalmente e immediatamente di qualcuno che non avevo mai incontrato, che era morto nel 1949, tredici anni prima della mia nascita, una donna che potevo vedere solo in una vecchia fotografia? Stavo dando un giudizio basato su una rapida impressione. Forse infondato, anche se in quel momento ero certa che non lo fosse. Avrebbe potuto quel viso gentile nascondere le forze del male assoluto, come vorrebbero i fondamentalisti cristiani? I pensieri scritti da quella figura familiare avrebbero potuto fornire le basi per un nuovo ordine mondiale distopico, come sostengono i teorici della cospirazione? Era un’anticonformista, un impostore, che plagiava opere preesistenti, come sostengono alcuni teosofi? O era semplicemente una pazza illusa, opinione sostenuta da alcuni studiosi? Quelle erano domande lontane dalla mia mente quando fissai il volto di Alice Bailey nel 1994, pronta a leggere la sua autobiografia incompiuta.
Alice Bailey entrò nella mia vita con una cerimonia alquanto strana. Vivevo a Perth, nell'Australia Occidentale, come astrologa praticante che studiava per un diploma in Consulenza Transpersonale, e avevo una cotta per un giovane piuttosto carino che aveva da poco lasciato la sua vita ad Adelaide, fatto le valigie e guidato a lungo attraverso l’arida pianura di Nullarbor. Non c’era molto spazio nella sua macchina, e aveva lasciato dietro molti oggetti, ma si era sentito obbligato a portare con sé un libro per il quale non aveva nessun interesse particolare. L’aveva trovato in un negozio di libri usati e si chiamava Astrologia Esoterica. Un giorno, quando mi recai a trovarlo nella sua nuova casa, mi chiese di aspettare mentre andava a prendere qualcosa nella sua camera da letto e riapparve con il libro sui palmi rovesciati, presentandomelo come un’offerta. “Prima che ci incontrassimo, non avevo idea del perché avessi messo in valigia questo libro,” disse, tutto formale e cupo, “ma ora lo so. È destinato a te”.
Presi il libro, un tomo spesso e pesante, e lo ringraziai. Divorai presto quel libro e col tempo acquistai ogni altro libro che Alice Bailey avesse scritto. Non avevo un’idea chiara di cosa ne avrei fatto, ma ogni volta che cambiavo casa, e all’epoca mi spostavo spesso, li inscatolavo e li portavo con me.
Fu nel 2001, subito dopo la caduta delle torri gemelle, che si verificò un’altra serie di eventi che mi portarono a intraprendere uno studio serio dei testi di Alice Bailey. All’epoca lavoravo come insegnante di storia e studi religiosi in una scuola superiore. Il mio lavoro mi appagava immensamente, eppure cominciai a fare ricerche per intraprendere un dottorato. All’inizio, le mie idee erano vaghe, e la Open University, la più adatta al mio bisogno di formazione a distanza, continuava a perdere le mie e-mail.
Nel gennaio 2002, portai un gruppo di studenti delle scuole superiori in un campus universitario per una ricerca per il loro saggio di livello A. Avevano tutti deciso di studiare la New Age. Mentre stavamo lasciando il campus, trovai un libro di testo nella libreria dell’università che sembrava fornire ai miei studenti tutto il necessario per completare i loro saggi. Acquistai il libro e lo portai a casa. Lì, lessi l'introduzione editoriale di una dottoressa dell'Università di Bath, Marion Bowman. Non ci pensai più di tanto. Più tardi, quello stesso pomeriggio, controllai le mie e-mail. Con mio stupore, una dottoressa Marion Bowman, la stessa Marion Bowman che in quel momento lavorava per la Open University, aveva risposto alla mia domanda di dottorato! Mi chiese di inviare nuovamente la mia e-mail perché in qualche modo il contenuto originale era andato perso. Lo feci, e questa volta, per mezzo di un poscritto che consideravo più che altro una frase a caso, menzionai Alice Bailey. La dottoressa Bowman rispose all’istante e seguì pochi istanti dopo con una telefonata.
Per circostanze personali non studiai Alice Bailey con la dottoressa Bowman. Invece, mi assicurai la supervisione della Scuola di Ecologia Sociale dell’Università di Western Sydney. Con i suoi valori olistici, ecologici e comunitari e la sua enfasi sulla psicologia transpersonale, l’Ecologia Sociale si dimostrò una casa adatta per una tesi su Alice Bailey.
Ricordo il mio primo periodo nel campus, le centinai di studenti che prendevano i diplomi di laurea e i master, e le espressioni di stupore impressionato sui volti di chi chiedeva quando scoprivano ciò che stavo per intraprendere.
Ricevetti il mio dottorato nel 2006. All’epoca, per quanto riuscii a constatare, ero l’unica studiosa al mondo di Alice Bailey, una questione che mi lasciava perplessa perché mi sembrava che avesse contribuito così tanto al pensiero mondiale.
Passarono dieci anni e un’altra serie di indizi prima che Alice Bailey rientrasse nella mia vita per la terza volta. Avevo acquistato un bungalow del 1970 e la cucina aveva un disperato bisogno di essere ristrutturata. Quando il display elettronico del vecchio forno a muro lampeggiò ‘HELP’ in verde digitale, una caratteristica del modello che scoprii da quel momento, ma che non conoscevo all’epoca - sentii di dover agire. Dopo aver completato la ristrutturazione, scoprii di avere un ripiano alto in un posto di spicco alla fine di un armadio della cucina. Da quel punto, si potevano sorvegliare tutte le zone della casa. Rispolverai la mia vecchia fotocopia del ritratto di Alice Bailey presente nella sua autobiografia, che avevo messo in una cornice. Non avevo idea del perché avessi messo il suo ritratto su quello scaffale alto, ma ne percepivo, debolmente, il significato.
Mi sorrise.
Un mese dopo, e in un modo completamente inaspettato, stavo scrivendo la sua biografia.
Utilizzai la versione originale, che sentivo incompleta e inconsistente a causa della scarsità del materiale di ricerca, per comporre L’improbabile occultista: un romanzo biografico di Alice A. Bailey, che completa questa versione saggistica e racconta la storia conosciuta di Alice. Forte della risposta positiva della comunità Bailey a quel romanzo, ripresi il lavoro sulla biografia.
Non avrei potuto scrivere questa biografia senza Steven Chernikeeff, il cui sostegno incondizionato, incoraggiamento e guida mi hanno permesso di comprendere la storia sconosciuta di Alice e la storia della comunità Bailey. Sono in debito con Stephen Pugh che mi ha parlato di un periodo complesso e difficile di quella storia e mi ha fornito un accesso completo al Progetto Polaris. Un caloroso ringraziamento a Lynda Vugler, Cynthia Ohlman, M. Temple Richmond e Geoffrey Logie, che hanno tutti risposto alle mie domande e fornito molta chiarezza. La mia gratitudine a Rose Bates per la sua disponibilità a parlarmi a lungo e a fornirmi alcune risorse e fotografie chiave, e a Patrick Chouinard, Murray Stentiford, Kenneth Sørensen e Håkan Blomqvist per il loro prezioso riscontro. Sono grata a Gvido Trepsa dell’Agni Yoga Society, che mi ha assistito con ricerche fondamentali. I miei più sentiti ringraziamenti a Gail Jolley della Scuola di Studi Esoterici per avermi fornito una significativa riserva di materiale inedito. E a Christine Morgan e Steve Nation del Lucis Trust che hanno scavato nei loro piccoli archivi per fornirmi foto e risorse utili. Infine, un caloroso ringraziamento a Mindy Burge e Veronica Schwarz per aver posato i loro occhi critici sul manoscritto e averlo fatto brillare.
Nota: ho superato le convenzioni e ho scelto il nome completo di Alice Bailey quando mi riferisco alla figura pubblica, e Alice quando presento la sua vita.
Potrebbe essere utile sapere come un lavoratore cristiano ortodosso e rabbioso possa diventare un noto insegnante di occultismo.
Una delle cose che cerco di far emergere in questa storia è il fatto di questa direzione interna degli affari mondiali e di familiarizzare più persone con il fatto parallelo dell’esistenza di coloro che sono responsabili (dietro le quinte) della guida spirituale dell’umanità, e del compito di condurla dall’oscurità alla luce, dall’irreale al reale e dalla morte all’immortalità.
Se ci fosse una sola parola per riassumere il carattere di Alice Bailey sarebbe devozione. Devozione nel rimanere salda e agire con abilità e forza quando al di là del suo edificio di insegnamenti e organizzazioni spirituali gli assalitori e i detrattori erano armati e pronti. Che una donna e un’opera fondamentalmente spirituale siano state oggetto di un intero secolo di vilipendio, derisione, condanna e rifiuto non è sorprendente. Ciò che Alice Bailey si prefiggeva di ottenere era una completa trasformazione globale della coscienza, una trasformazione del modo in cui pensiamo e agiamo nel mondo. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che la gente resista e resisterà.
Alice Bailey fu una delle principali occultiste del XX secolo, molto conosciuta e stimata nei circoli del libero pensiero durante la sua vita, anche se già allora era circondata da controversie. Nel momento in cui iniziò a scrivere il suo corpus, subì accuse di plagio e frode. I puristi dell’ambiente teosofico la consideravano una teosofa di terza generazione, una neo-teosofa, o peggio, una pseudo-teosofa. Quei primi attacchi furono i prodromi delle feroci condanne che il suo lavoro avrebbe ricevuto in seguito.
Dopo la sua morte, Alice Bailey scivolò nell’oblio, conosciuta al di fuori del suo ambiente solo tra i teosofi, alcuni aderenti alla New Age, qualche cristiano fondamentalista e, più recentemente, i teorici della cospirazione. Nella comunità accademica, è stata trascurata, se non addirittura snobbata dagli storici della religione.2 Di conseguenza, al di fuori della sua sfera d’influenza, i suoi insegnamenti furono in gran parte inascoltati, incompresi o travisati. Eppure la sua opera continua a influenzare in vari modi i ricercatori. L’intero album di Van Morrison, Beautiful Vision, è una celebrazione degli insegnamenti di Bailey, specialmente L’Illusione quale problema mondiale. La canzone dei Velvet Underground ‘White Light White Heat’ si dice sia stata ispirata dal Trattato di Magia Bianca. E l’album Initiation dello strumentista di rock progressivo Todd Rundgren è un omaggio al Trattato sul Fuoco Cosmico. Il secondo lato dell’album porta lo stesso titolo. Non si sa quanti artisti, scrittori, poeti e altri pensatori creativi e critici abbiano imparato, tratto ispirazione e applicato gli insegnamenti di Bailey nel loro campo. Molti preferiscono tenere per sé le loro credenze esoteriche.
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