Il Veliero di Cristallo
Il Veliero di Cristallo - Estratto del libro
Prologo
“E come dovreimanifestarmi sulla Terra questa volta, in che forma e in quale incarnazione? Desidero davvero tentare ancora?”
Altro: Certo, qui non esiste “desiderare” – esiste solo il fare, l’essere, e il conoscere.
“Ma sono così stanco dei viaggi, la monotonia di insegnare sempre la medesima lezione, ancora e ancora, tutto solo per finire deluso dalla resistenza che incontro”.
Altro: Allora insegna qualcosa di nuovo, o anche la stessa Verità, ma in modo diverso. Finché non sarà penetrata nei corpi, le menti e i cuori, finché non ti crederanno, continuerai con i tuoi soggiorni.
“Molteplici volte ho manifestato la mia presenza senza palesarmi apertamente, senza rivelare chi o cosa sono. Non sarà forse tempo di farlo? Di rivelarmi?”
Altro: Dipende dal soggetto. Lui o lei sarà pronto ad accettare questa conoscenza?
“Potrebbe rivelarsi pericoloso, qualora tale conoscenza venisse usata in maniera sconsiderata o per tornaconto personale. Il mio…il soggetto…migliore per accoglierla, sarebbe qualcuno con un grande scopo, che vada al di là della realizzazione personale”.
Altro: Un innocente, forse. Qualcuno che non abbia mai pensato di ricercare una tale conoscenza. Non ancora.
“Ma dove potremmo trovare questo Prescelto?”
Altro: Nel passato e nel presente, nei cieli e in terra, nel tempo e nello spazio. E nel cuore di una madre.
“Il cuore di una madre?”
Altro: Nel riconoscere i desideri che quel cuore racchiude, troverai il Prescelto che stai cercando, il cui scopo discernerai immediatamente.
“E questo sarebbe…?”
Altro: Salvare una vita che abbia per lui più valore della propria.
“Ma come dovrei rivelarmi a lui?”
Altro: In modo unico. Nel modo più magnifico e straordinario possibile.
Capitolo Uno
All’età di setteanni il vivace e gioioso mondo di David Nickerson divenne silenzioso. Le roboanti onde a soli pochi passi dalla porta di casa, la dolce voce della madre, i pianti e gli urletti della sorellina, i rigidi insegnamenti del padre, la risata fragorosa della zia Dorothy – erano suoni che non poteva più udire. Tuttavia, impressiindelebilmente nel suo cuore e nella sua memoria, non li avrebbe mai dimenticati.
David non sospettava minimamente che, negli anni a venire, la sua disabilità sarebbe divenuta la sua più grande ricchezza. Non avrebbe mai immaginato, neanche nei suoi sogni più audaci, che il suo apparecchio acustico si sarebbe rivelato uno strumento per la comunicazione telepatica. E se qualcuno gli avesse mai detto che un giorno avrebbe viaggiato in mondi lontani dal nostro e che avrebbe vissuto tra passato, presente e futurocome se non fossero distinti, gli avrebbe dato del folle.
Mancano poche ore agli avvenimenti sconvolgenti che cambieranno per sempre la vita di David, ma il mezzo di trasporto che lo porterà a visitare mondi inesplorati non è un veicolo comune. Può tenerlo nel palmo di una mano, tuttavia esso può trasportarlo verso gli infiniti confini del tempo e dello spazio, in un viaggio che solo l’animapuò sopportare. In qualità di guardiano di questo ambito tesoro, David scoprirà di non essere solo benedetto, ma anche maledetto; esistono altri disposti a morire e anche ad uccidere per ottenerlo. Poiché chiunque possegga Il Cantore della Luna e ne scopra i segreti, controllerà le sorti del mondo.
Tuttavia, che ne è della sorte di David? In quale mondo sceglierà di vivere: il mondo della fantasia o quello della realtà? L’altro mondo dell’udito o il suo mondo presentedel silenzio? E quali saranno le conseguenze della sua scelta? Infine, avrà davvero una scelta?
Si ha sempre una scelta…
Port Avalon, Giugno
David Nickerson studia il suo tesoro più recente, lo tiene tra il pollice e l’indice. La brillante luce del sole filtra attraverso le finestre del salotto e si riflette su ognuna delle perfette facce della gemma. La sua misteriosa bellezza lo incanta.
“Diamine. Non ho mai visto niente del genere, zia Dorothy. Che tipo di cristallo è?” Dopo anni di pratica, David parla quasi senza impedimenti. Lo speciale apparecchio acustico che usa gli permette di sentire le sue corde vocali vibrare, ma non di distinguere le parole. Ad ogni modo, lo mette in contatto con il mondo che risuona intorno a lui. La malattia che lo ha privato dell’udito era molto grave, ma il suo spirito ha avuto la meglio. Ha lavorato duramente e fino allo sfinimento per diventare un campione nel linguaggio dei segni ed un esperto nella lettura delle labbra, determinato a non farsi limitare dalla sua sordità. Poiché, da qualsiasi altro punto di vista, David è un ragazzo normale: brillante, curioso, atletico e con una volontà di ferro. Ogni estate passa ore sotto il sole, tra le onde, a fare surf o a nuotare, si abbronza dalla testa ai piedi diventando di un bel colore dorato, i suoi capelli biondi si schiariscono fino a farsi quasi bianchi.
A scuola, la sua inclinazione per la musica coincideva bene con il suo interesse per le scienze e i computer. Tuttavia, in una sorta di paradosso, in David sviluppoanche un amore per il romanticismo della metafisica, soprattutto per i mistici e mitici poteri dei cristalli.
“Si chiama Cantore”,afferma Dorothy, segnando la parola Cantore.
“Perché lo chiamano così?” David fissa con attenzione la zia per leggere ogni parola formata dalle sue labbra. Dorothysa usare piuttosto bene la lingua dei segni, ma ha problemi a comunicare le sfumature legate alla descrizione della gemma, per questo accompagna i gesti alle parole.
“Ogni cristallo presente nella formazione ha una sua propria vibrazione”, gli dice, “ma quando sono uniti in questo modo, creano una sinfonia di suoni che canta letteralmente le risposte a tutti i misteri dell’universo. O, almeno, così vuole la leggenda”.
“Scommetto che ha centinaia, forse migliaia di anni”, suggerisce David.
Il cristallo brilla, un attimo è puro e trasparente, l’attimo successivo è un mosaico dai colori dell’arcobaleno. È un rompicapo di atomi uniti insieme, un’armonica conversione di energia e materia. Eppure, è sorprendentemente simile ad una scultura primitiva, modellata da qualcuno innamorato del mare.
“È incredibile. Guardalo, zia Dorothy. La sua microstruttura è così complessa. Ma la cosa che mi sorprende davvero, è la sua forma. Sembra una barca in miniatura. Ecco il mastio, qui ci sarebbe la vela, e qui la prua, la poppa e il timone”.
Dorothy aggiunge maggiore impeto alla misticità del Cantore.
“Se colui che lo possiede ha fiducia in esso, e ne utilizza l’energia, svilupperà straordinari poteri di comunicazione, chiaroveggenza e profezia”.
“Sciocchezze”, borbotta Isaac Nickerson senza alzare gli occhi dal suo quotidiano. “È una roccia, come tutti gli altri cosiddetti cristalli magici che gli hai già dato. Smettila di riempirgli la testa di assurdità”.
David inclina la testa di lato e rivolge a Dorothy uno sguardo inquisitorio. Non può leggere le labbra del padre, ma sente il suo disappunto. La zia segna con le dita, “Vecchio Bacucco”.
David soffoca una risatina.
“Solo perché non sei d’accordo con qualcosa, non vuol dire che si tratti di un’assurdità, Isaac”, dice Dorothy al fratello, usando un tono pungente. “Inoltre, tutti abbiamo bisogno di un po’ di miti e magia nella nostra vita. È quello che ci dà speranza.”
“L’unica speranza che abbiamo è il duro lavoro e l’accettare il nostro posto nella vita. Non esistono amuleti a proteggerci dal dolore, e nessun talismano che possa portarci fortuna”. Isaac ripiega il suo giornale con uno scatto agitato e lo fa cadere nel cestino accanto alla sedia. Si alza per lasciare la stanza, ma Dorothy insiste sull’argomento.
“È per questo che ogni notte accendi quella vecchia lampada ad olio che tieni sul portico, ad accogliere dei marinai che non navigano più?”
“Sai bene che l’accensione della lampada è una tradizione che la nostra famiglia porta avanti da 200 anni. È simbolica”, risponde Isaac in difesa del suo rituale serale.
Dorothy fa l’occhiolino a David. Avrebbe segnato un altro punto a favore della sua teoria. “Quella che per qualcuno è una tradizione, per un altro è una superstizione. E cosa mi dici, invece, della catena da orologio d’oro di nostro padre? Perché la indossi ogni volta che chiedi un aumento a Fischbacher?”
“Quella catena è l’unica eredità che nostro padre è stato in grado di lasciarmi dopo aver versato sangue, sudore e lacrime per Fischbacher e questa città. Ci sono molto affezionato, ma di sicuro non la considero un portafortuna, neanche lontanamente”.
Isaac esce di casa bruscamente, dirigendosi verso il molo che si estende davanti alla storica casa vittoriana dei Nickerson. Soffermandosi lì, pensieroso, rivolge lo sguardo verso il mare. La brezza pomeridiana è debole e a malapena smuove la piccola bandiera sistemata su una boa che dondola lentamente sull’acqua.
I suoni tipicamente rilassanti – il garriredei gabbiani, il tintinnio della campanella della lenta chiatta che si avvicina al porto – in quel momento sembrano melanconici. La disperata immobilità della cittadina rispecchia l’umore di Isaac in questa giornata estiva.
David esala un sospiro affranto. “Papà non è dell’umore adatto per discutere con te oggi, zia Dorothy. Fischbacher si è rifiutato di concedergli un prestito per l’operazione di Sally”.
“Cosa? È proprio un vecchio taccagno!”
“Esattamente quello che ho pensato io. Papà si è anche offerto di firmare un documento in cui accettava qualsiasi condizione imposta da Fischbacher”.
“Firmare un contratto scritto da Nathan Fischbacher sarebbe come commettere un suicidio finanziario. Quell’uomo è un’autentica serpe”. Dorothy sibila la parola a denti stretti. “Comunque, se sapeva che glielo avrebbe ripagato, perché ha rifiutato il prestito a tuo padre?”
David prende un documento dal cassetto della scrivania e lo porge a Dorothy. Lei lo legge, poi si lascia cadere sulla sedia consunta del fratello.
“Oh, no. Non posso crederci. Vendere l’azienda dopo tutti questi anni!”.
“Sì. Vuole vendere la compagnia e licenziare tutti alla fine del mese. Senza un lavoro, papà non potrebbe mai ripagare il prestito”.
“O ottenerne uno da un’altra parte”.
“Ti prego, non dire niente a Sally. Papà non vuole che lo sappia ancora”.
“Forse i nuovi proprietari lo terranno a lavorare in azienda. È il miglior progettista nel suo ambiente”. Nonostante la loro rivalità fraterna, Dorothy è orgogliosa dei successi ottenuti dal fratello minore. “Sicuramente potrebbe essergli utile”.
“Se sono furbi lo faranno, ma papà non pensa ci siano molte possibilità. Acquistano l'azienda di Fischbacher solo per eliminare la concorrenza, non per espandersi”.
“E Fischbacher sarà ancora più ricco, come se ne avesse bisogno, quell’avido rettile. Che spreco, privare tutte quelle persone di un lavoro. Non troveranno mai un nuovo impiego in questa vecchia città senza vita”.
David cerca all’interno del grande archivio accanto al tavolo da disegno del padre, e ne estrae dei progetti, aprendoli completamente. “Guarda questi, Zia Dorothy”.
“Cosa sono?”
“Progetti su cui stava lavorando papà, sono navi da carico alimentate a laser. Sono veloci e sfruttano un’energia pulita, sono più efficienti e più potenti di qualsiasi cosa attualmente prodotta da Fischbacher. Queste navi rivoluzioneranno il settore. Potrebbero abbattere i costi e aumentare notevolmente i profitti in pochi mesi”.
“Isaac li ha mostrati a Fischbacher?”
“Papà gli ha dato un intero set di progetti. Fischbacher continua a promettergli che gli darà uno sguardo, ma non lo fa mai”. David ripiega i progetti e li ripone nei faldoni.
“La morte di mamma è stata un duro colpo per lui. E ora, con tutti i pensieri per l’operazione di Sally, papà hacompletamente perso la speranza”. Dice, poi chiude il cassetto bruscamente.
“Cavolo! Non è giusto! Papà merita di essere riconosciuto per il suo lavoro. E Sally…” La voce di David si fa più gentile. “Sally merita di liberarsi da quella sedia e tornare a camminare, andare al ballo di fine anno indossando un bel vestito e ballare tutta la sera, come…”
“Come una principessa”, suggerisce Dorothy, completando il desiderio di David.
“Sì, come una principessa. Zia Dorothy, mi sento così impotente. Forse dovrei lasciare la scuola e trovare un lavoro a tempo pieno”, il pensiero lo deprime.
“Non farai niente di simile, David Nickerson. Hai bisogno del diploma per poter essere ammesso all’università. Non vorrai finire per fare il cuoco su una nave mercantile come la tua vecchia zia?”.
“Potrebbe esserci di peggio”, dice con affetto. Vuole bene a sua zia, che è ancora una donna vitale e attraente anche a sessant’anni, ed ha una mente agile e curiosa, come quella di David. “Voglio dire, viaggi per il mondo e mi porti tanti bei tesori”.
Dorothy prende la mano di David nella sua e lo guida verso il divano dove si siedono, fianco a fianco. “Non è così affascinante come pensi”, confessa Dorothy, poi ride di sé.
“Non so neanche perché continuo a farlo a questa età. E di sicuro non ho contribuito molto a questo mondo. Ma tu…Tu hai dei doni speciali che possono far avverare delle cose, che possono cambiare il mondo in meglio. E una buona istruzione è solo l’inizio per te”.
“Non sono sicuro che il mio insegnante di Fisica sia d’accordo con te, visto il mio orribile esame di fine anno”.
“Beh, forse ho consultato troppi medium e veggenti, ma ho la sensazione che le tue conoscenze trascendano questo piccolo vecchio pianeta Terra, ma devono ancora essere esplorate. La maggior parte delle persone ha troppa paura per esplorare le profondità del suo animo e vaga tutta la vita senza meta, sentendosi impotente. Nel frattempo, gli individui senza scrupoli si appropriano del potere e lo usano a proprio beneficio”.
“Intendi persone come Nathan Fischbacher”.
Dorothy annuisce: “Esatto”.
“Ma il suo potere risiede nella sua cattiveria, e ovviamente nei suoi soldi. In che modo esplorare la mia anima potrebbe insegnarmi a superare in furbizia una persona corrotta come lui? Non ci insegnano queste cose a lezione di Fisica”.
“La verità è conoscenza, e la conoscenza è potere, David”. Parlando, segna le parole verità, potere e coraggio. “Non serve solo un grande coraggio per ricercare la verità, ma si ha anche la responsabilità di non prenderla alla leggera”.
La ricerca della verità è un viaggio che per David equivale all’impresa di Re Artù nella sua missione per trovare il Santo Graal. Il pensiero lo atterrisce. “Già faccio del mio meglio per affrontare le cose normali, Dorothy. Non sono Sir Lancillotto”.
Dorothy abbraccia forte il nipote e gli posa un bacio sulla guancia; “Ora devo andare”. Prende la borsa e gli occhiali da sole, poi si sposta verso il tavolo dove sono sistemati tutti i cristalli di David. Prende il Cantore e lo preme nella mano del nipote.
“Non perdere la speranza, David. Se c’è qualcuno in grado di trovare la magia in questi bei cristalli, sei tu. Ma ricorda: deve essere usata solo per fare del bene”.
Dorothy esce di casa e si unisce a Isaac sul molo, facendo scivolare affettuosamente il suo braccio in quello di lui. Nel vederli, David sente il cuore scaldarsi e non può fare a meno di sorridere, nonostante la sua tristezza.
Guardandosi intorno nel salone, gli sembra di riuscire a vedere veramente la sua storia per la prima volta. È pieno di funzionali pezzi d’antiquariato, mobili grandi e solidi, passati di generazione in generazione e ancora usati con orgoglio. Ricordi e reperti, raccolti dalla famiglia Nickerson nel corso dei secoli trascorsi nel campo della progettazione di navi mercantili e da pesca, adornano gli scaffali della credenza di quercia e il piano del tavolo di mogano.
David si concentra sul cristallo che tiene in mano; la sua aura pulsa visibilmente di un’energia bianca e calda. Stringe il Cantore nel pugno, sul suo viso regna un’espressione determinata. Non può - e non lo farà – permettere che suo padre perda tutto.
“Troverò un modo, papà. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio, troverò un modo per aiutare te e Sally”.
Un improvviso rumore acuto e ronzante spinge David ad afferrarsi l’orecchio destro. Estrae il piccolo apparecchio acustico e, scuotendo la testa, si libera dal rumore.
Capitolo Due
David si muove con passo determinato lungo i corridoi dellaTrasportiMarittimiFishbacherInc., è pronto per il confronto. Si ferma un momento all’esterno del divisorio di vetro che circonda lo studio di progettazione. Isaac lavora diligentemente, come al solito, e non vede suo figlio. David non può fare a meno di pensare che suo padre sembri molto più triste del giorno precedente.
Ha una missione. Procede verso la zona degli uffici amministrativi e spalanca la porta, l’assistente di Fischbacher - Janice Cole - in un primo momento sorpresa, si alza da dietro la sua scrivania con fare quasi regale. Quando nota che si tratta di lui, la sua espressione si addolcisce. “Oh, ciao, David. Come mai da queste parti?” La pelle d’avorio della donna è perfetta anche senza un filo di trucco. Attaccato al muro sopra la sua testa, come se fosse l’icona di una divinità, è appeso un ritratto di Nathan Fischbacher, un distinto uomo di mezza età dagli occhi freddi e ostili. Il contrasto con l’atteggiamento accogliente di Janice appare ironico.
“Sono qui per vedere Fischbacher. Devo parlargli di una cosa importante”.
La segretaria si dimostra sorpresa dal tono aspro del ragazzo, ma resta cordiale. “Mi spiace, oggi è molto impegnato. Ma ti prenderò un appuntamento…”
“No. È una questione che non può aspettare”. David si lancia oltre Janice e spalanca la porta dell’ufficio privato di Fischbacher. La donna si muove rapidamente per fermarlo, ma lui è troppo svelto.
“Scusami Nathan, è entrato all’improvviso”.
“Va bene, Janice. Ci penso io”. Nel vedere l’espressione impassibile di Fischbacher, David pensa che il ritratto, dopotutto, lo migliori notevolmente. Come potrebbe mai essere catturata sulla tela la natura subdola di quest’uomo?
Il suo ufficio è decorato in maniera ancora più sfarzosa di quello di Janice, ma se quello di lei è elegante e di classe, questo è vistoso e spavaldo, proprio come l’uomo. Seduto là dentro, egli è circondato da sculture in bronzo e marmo, grandi relitti marittimi e artefatti esotici collezionati durante i suoi viaggi in giro per il mondo. Indossa un costosissimo completo italiano bianco fatto su misura, una cravatta di seta rossa e un fazzoletto, e il tutto fa pensare ad un’uniforme, usata per indicare la sua posizione sociale.
“Non ho tempo per te ora, Nickerson”, dice Fischbacher con fare brusco.
“Troppo impegnato a vendere la sua azienda sotto il naso degli impiegati?” David si muove strategicamente davanti all’uomo, posizionandosi in modo da leggere le sue labbra. La cosa irrita Fischbacher ancora di più.
“Non sono affari tuoi. Ora, che ne dici di fare il bravo ragazzo e di tornartene a casa? Stai fuori dagli affari degli grandi”.
“Tutto ciò che danneggia mio padre e mia sorella è anche affarmio”, dice David con ostinazione. “Farò tutto il possibile per evitare che vengano presi in giro da ‘grandi’ come lei”.
Fischbacher sogghigna. “E cosa pensi di poter fare a riguardo?”
“Posso andare dai nuovi proprietari dell’azienda e dirgli di tenere mio padre a lavorare per loro. È il migliore progettista sulla piazza, lo sa bene, ha visto i progetti”.
Fischbacher fa finta di niente. “Progetti? Per cosa?”
“Per la flotta di navi da carico più efficiente, veloce e potente che sia mai stata progettata. Sono sicuro che sarebbero interessati, anche se tu non lo sei”.
“Tuo padre non mi ha mai mostrato niente del genere”.
David ride cinico alla spavalderia dell’uomo. “È una bugia e lo sa. Papà le ha dato un intero set di quei progetti”.
“Oh, sì”, Fischbacher fa finta di cercare tra i ricordi. “Mi sembra di ricordare. Molto interessanti, ma inutili a questo punto. Alla fine del mese sarò completamente fuori dal mercato delle navi”.
“Allora non le importa se contatterò i nuovi proprietari. Le garantisco che loro la penseranno diversamente”.
Assicurandosi di parlare guardando David in faccia, Fischbacher dice:
“Beh, Nickerson, dubito che avrai alcuna fortuna. Questa vendita è un investimento al buio, non c’è alcun nome registrato sul contratto”. Il suo sorrisino malizioso sembra dire:Ah, ti ho fregato!
David è preso alla sprovvista, pensava che la vendita fosse pubblica. Lancia per un secondo un’occhiataccia a Fischbacher, poi, puntando il dito in aria con atteggiamento di sfida, promette: “Li troverò. E quando li avrò trovati gli farò sapere quale mostro dal cuore di pietra lei sia in realtà!”
David si precipita fuori e Janice gli libera velocemente il passaggio. Lo segue dubbiosa nell’ufficio più esterno, dove il ragazzo si gira all’improvviso per guardarla in faccia.
“Come puoi anche solo pensare di sposarlo? Come puoi rinunciare a tutta la tua vita, i tuoi sogni, per qualcuno così crudele e senza cuore?”
Janice è stordita dall’attacco “Non penso di dover giustificare le mie scelta con te…”
“La tua famiglia ha aiutato a costruire questa città, Janice, ed ha aiutato Fischbacher a diventare ricco e potente. E poi lui li ha prosciugati della loro vita, obbligandoli ad abbandonare le loro imprese”.
“Non li ha obbligati, non esattamente. Ha solo comprato una quota maggioritaria delle loro azioni…” Janice fa una pausa, cosciente che la sua difesa di Nathan non è convincente.
“Solo affari, giusto? Come ora? Che mi dici della sua decisione di svendere i suoi dipendenti?”
“Tu non capisci…”
David le prende la mano, facendole notare l’anello con diamante da venti carati che sta indossando. “Capisco benissimo. Un anello notevole, Janice”. Lei tira via la mano. “Proprio come Nathan Fischbacher: freddo e duro. E tu stai diventando proprio come lui”.
Praesent id libero id metus varius consectetur ac eget diam. Nulla felis nunc, consequat laoreet lacus id.